Letizia Monico, ricercatrice a tempo determinato (RTD) del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell’Università di Perugia, ha vinto il Premio Levi 2015, riconoscimento nazionale della Sezione Giovani della Società Chimica Italiana, riservato ai ricercatori italiani nati prima del 1981 e che si siano distinti per un lavoro pubblicato nel 2015.
Il premio riguarda un lavoro pubblicato dalla Monico sulla prestigiosa rivista “Angewandte Chemie International Edition” di cui Umbria e Cultura ha già parlato nell’articolo “Anche i Girasoli di Van Gogh “appassiscono”, ecco il perché“ dello scorso 26 Settembre.
Lo studio della ricercatrice riguarda i processi di inscurimento cui sono soggetti alcuni pigmenti gialli, i cosiddetti gialli di cromo, colori prediletti da Vincent van Gogh, che ne fece un ampio uso in molti dei suoi più celebri dipinti, tra cui i Girasoli. La ricerca di Letizia Monico, condotta in parte con misure presso il Museo Van Gogh di Amsterdam, ha consentito di stabilire che, in effetti, nei Girasoli sono presenti diversi gialli di cromo, alcuni stabili alla luce e altri che sono invece foto-sensibili, cioè più facilmente soggetti ad alterazioni di scurimento.
L’analisi, svolta nell’ambito di una collaborazione del Centro SMAArt dell’Ateneo insieme al CNR-ISTM di Perugia e all’Università di Anversa (Belgio), ha determinato che tra le varie forme di gialli di cromo impiegate da Van Gogh ce ne sono alcune particolarmente sensibili alla luce (dal verde fino all’ultravioletto) e che proprio queste forme instabili possono dar luogo a fenomeni di foto-riduzione con cambiamenti del colore verso tonalità più scure. Un approfondimento di questa scoperta, infatti, con misure di spettroscopia a raggi X presso il sincrotrone ESRF di Grenoble e DESY di Amburgo su alcuni piccolissimi frammenti della pellicola pittorica, hanno dimostrato che in alcune zone superficiali del dipinto sono presenti incipienti fenomeni di riduzione con formazione di prodotti di alterazione del pigmento originale. Le misure condotte ad Amsterdam direttamente sul dipinto, grazie alle tecniche non invasive del MOLAB di Perugia (Centro SMAArt dell’Università e CNR-ISTM di Perugia), hanno permesso di effettuare una sorta di mappatura delle zone a rischio di alterazione, chiamando i conservatori ad un monitoraggio mirato.
I risultati ottenuti da Letizia Monico, quindi, pongono le basi verso l’ottimizzazione e sviluppo di linee guida per la conservazione preventiva dei Girasoli di Van Gogh e stabiliscono che l’impiego di tecniche spettroscopiche non invasive e di micro-spettroscopia non-distruttiva ad elevata risoluzione spaziale costituiscono un valido approccio analitico per lo studio di processi di degrado dei pigmenti. Persino in opere d’arte costituite da pigmenti ad elevata complessità composizionale e con tonalità omogenee predominanti, come accade nei gialli dei Girasoli di Van Gogh.